La mia Svizzera

Mi impegno per una Svizzera...

Dinamica, sia in senso lato, ma anche in senso stretto del termine, e cioè un Paese nel quale ci si possa muovere liberamente.

Il bisogno di mobilità cresce costantemente. Lo scorso anno gli automobilisti svizzeri hanno trascorso in colonna complessivamente quasi 40’000 ore. Il nostro sistema di mobilità (non solo stradale, ma anche ferroviario e del trasporto pubblico in generale) è fragile ed esposto al collasso. La soluzione, accanto alla diversificazione dei mezzi di trasporto e all’utilizzo intelligente di quello meno invasivo e più sostenibile per il proprio bisogno contingente, è di investire in una rete stradale e ferroviaria moderna e performante.

Oltre al rifinanziamento periodico e all’utilizzo mirato del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) e di quello per l’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria (FAIF), per il nostro Cantone si tratterà in particolare di finalmente realizzare:

Nel confronto internazionale dobbiamo continuare ad essere la nazione più innovativa al mondo, riuscendo così ad attirare aziende e attività di punta e creare posti di lavoro qualificati, in particolare per i nostri giovani, in campi che oggi nemmeno possiamo ancora ben immaginare.

In questo senso, va sostenuto il progetto di Switzerland innovation che sta trovando concretizzazione anche nel Cantone Ticino, in modo da:

La resilienza è la capacità di resistere a situazioni critiche, segnatamente adeguandosi ai mutevoli fattori ambientali. Nel recente caso della pandemia mondiale, ma anche nei primi anni duemila (casi Swissair e UBS), la Svizzera ha mostrato di avere la solidità per adattarsi, innovarsi e addirittura rafforzarsi in situazioni di crisi.>


Le sfide che comportano i cambiamenti climatici vanno affrontate con soluzioni pragmatiche, realizzabili ed efficaci. Non è incollandosi sulle strade, chiedendo la svolta verde, salvo poi opporsi, ad esempio, alla costruzione delle opere necessarie per la transizione energetica, che si cura il nostro pianeta nel rispetto di chi lavora. In questo ambito, personalmente sono:

  • favorevole a incentivi per la sostenibilità ambientale di aziende, enti e singoli cittadini,
  • puntando massicciamente su innovazione e ricerca tecnologica,
  • mentre sono invece contrario a nuove ingenti tasse di comportamento.>

La svolta ambientale (basti pensare alla spinta verso l’elettromobilità al posto dei motori a combustione) comporta anche l’enorme sfida della sicurezza dell’approvvigionamento energetico. In questo ambito, la Svizzera deve:

  • puntare alla massimizzazione e valorizzazione delle fonti rinnovabili di cui dispone (in particolare idroelettrico e solare alpino),
  • ottimizzando il consumo soprattutto tramite il risanamento energetico di stabili e catene produttive,
  • non potendo tuttavia prescindere anche da un accordo con i Paesi vicini e
  • lasciando aperto il ricorso a fonti energetiche oggi problematiche, come ad esempio il nucleare, quando nuove tecnologie ne dovessero permettere una rivalutazione: no a divieti tecnologici.

Oltre a garantire pari condizioni di partenza, il nostro Stato d’impronta liberale deve sostenere chi è in difficoltà o sfavorito. Anche in base a un recente sondaggio su scala nazionale, oltre alle conseguenze del cambiamento climatico, i temi che oggi più preoccupano la nostra popolazione sono:

  • il continuo aumento dei premi della cassa malati, viepiù insostenibile per chi è al di fuori della soglia di sussidio, ma non oltre una certa fascia di reddito, e
  • la garanzia della propria pensione.>

Con riguardo all’aumento dei costi della salute, legato anche al positivo aumento della speranza di vita e della qualità delle prestazioni:

  • non sono contrario a un intervento finanziario straordinario da parte della Confederazione per calmierare l’aumento dei premi,
  • purché partecipino anche gli altri attori del sistema (prestatori, fornitori e assicuratori) e
  • non diventi la regola, con quindi la necessità di intervenire sui meccanismi che incentivano il continuo aumento sia dell’offerta, sia della domanda di prestazioni sanitarie
  • rendendo il sistema anche più razionale ed efficiente, in particolare sfruttando la digitalizzazione.>

Per quanto riguarda la sostenibilità del sistema previdenziale, in base alle proiezioni legate all’entrata in pensione dei figli del baby boom si impongono delle misure per garantirne la sostenibilità almeno sino al 2048, quando è previsto un graduale rientro della sproporzione fra chi paga e chi riceve l’AVS. A fronte di un problema rilevante, ma ben individuato nel tempo, è quindi richiesto un nuovo patto intergenerazionale che vada nei due sensi:

  • garantire la pensione anche alle future generazioni, adattando l’età pensionabile sia in base al tipo di lavoro, sia alla flessibilità del singolo assicurato e
  • garantire la prospettiva di pensionamento per chi vi è prossimo, tramite un finanziamento transitorio straordinario con un mirato adeguamento dell’IVA.

Il nostro è uno Stato fondato sul rispetto delle peculiarità dei Cantoni che lo compongono. Caratterizzato da importanti differenze geografiche, culturali e linguistiche, è fondamentale – per il suo buon funzionamento e per l’effettiva messa in pratica delle decisioni statali – che sia quindi autenticamente federale e rispettoso della ripartizione del potere tra Confederazione, Cantoni e Comuni.

Sono quindi contrario:

Le peculiarità del Cantone Ticino sono disattese anche negli effetti della Legge federale sulla pianificazione del territorio, che è da correggere:

  • nella rigidità con cui vengono oggi trattati i nostri rustici, ma anche
  • nel sistema di calcolo del dimensionamento delle zone edificabili, che arrischia di paralizzare lo sviluppo del nostro Cantone, mentre Zurigo, Berna e Ginevra possono sempre più attrarre nuove iniziative imprenditoriali e sono addirittura confrontati con una penuria allarmante di alloggi (altro effetto perverso della LPT).